Rapporto tra ricerca scientifica, metodo didattico e stile comunicativo in una attività di divulgazione scientifica
V. 78 (2024)

Il lavoro qui presentato fa riferimento ad una attività dal titolo “Dalla pioggia alle sorgenti: l’invisibile percorso dell’acqua spinta dalla gravità” che è stata realizzata nell’ambito della Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici 2022 (ERN, European Researchers Night), con l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi e le ragazze di scuola secondaria di primo grado al tema dell’acqua, intesa come indispensabile risorsa per l’uomo e motore di alcuni processi naturali. L’attività proposta durante l’evento divulgativo ha avuto la finalità di far conoscere, attraverso un laboratorio interattivo, alcuni dei processi meteorologici e geologici che avvengono nella geo­ idrosfera. In particolare, si è data maggiore enfasi a quei fenomeni che richiamano oggi l’interesse scientifico e che agiscono nel sottosuolo, cioè in quello spazio fisico che spesso rimane invisibile agli occhi, ma in cui si verificano piccole variazioni meccaniche e termiche ad opera dell’interazione tra roccia e flusso dell’acqua. I giovani partecipanti sono stati coinvolti in un percorso formativo­esperienziale arricchito da quiz e indovinelli e strutturato in modo da mostrare come questa preziosa risorsa sia in grado anche di raffreddare il cuore delle montagne e di creare pressione sulle sue fratture, generando naturali micro­tremori.
L’attività è stata proposta al pubblico per la prima volta in occasione della Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici, il 30 settembre ed il 1° ottobre 2022, nell’ambito delle iniziative organizzate dal progetto NET – scieNcE Together. Il progetto italiano ScienzaInsieme NET 2022, approvato e promosso ogni anno dalla Comunità Europea, raccoglie alcuni fra i principali Enti di Ricerca e Università, con il fine di diffondere la cultura scientifica (www.scienzainsieme.it). L’obiettivo del progetto NET è quello di unire e mettere in rete ricercatori, società, istituzioni, associazioni, protagonisti del mondo della cultura e dell’arte e tanti altri stakeholders che operano sul territorio, per promuovere la scienza attraverso un’informazione semplice, diretta e coinvolgente, ma, allo stesso tempo, rigorosa e autorevole, grazie ad un partenariato scientifico d’eccellenza.
Il lavoro che presentiamo è strutturato come segue: inizialmente viene proposta una riflessione sul rapporto tra divulgazione, ricerca e formazione; segue poi una parte che descrive il tema dell’acqua in rapporto ai terremoti, prima in termini scientifici, poi dal punto di vista della divulgazione; in chiusura si mettono in evidenza gli strumenti adottati per facilitare una partecipazione attiva al processo di apprendimento e per migliorare l’efficacia comunicativa.

INGV meeting on Georesources - Abstract Volume
V. 77 (2024)

On February 14th, 2023, INGV-­Rome hosted a working day focused on studies, led by INGV researchers, having as the main topic the geo­resources. The geo­resources and more in general, the geo­energy themes, have partcular importance considering the contnuous increase in the global energy demand and the urgent need to devise strategic energy plans to promote low­carbon technologies and energy independence of the Countries.
Furthermore, the current global geopolitcal context and the potental long­term impacts of the Russia­Ukraine conflict pose a threat to the energy supply of numerous countries that rely heavily on fossil fuels, such as Italy. In this framework, the substantal increase in the use of renewable energy sources, such as geothermal, wind, hydro, and solar energies represents a mandatory choice that needs to be encouraged; as well as the approach to new exploraton fronters, as the hydrogen, and new­unconventonal exploitaton techniques, for example, for raw­strategic materials.
On the other hand, addressing climate change is a top priority and requires immediate acton. In this framework, the industrial technologies that can decrease CO2 emissions must be implemented without delay to eventually eliminate them.
The presented context, which is also highlighted in the United Natons Sustainable Development Goals (SDGs) and formally supported also by INGV, emphasizes the crucial role of Geoscientsts in the field of georesources. Their contributon will be crucial in addressing society’s future challenges, ensuring the availability of vital resources, providing access to clean and sustainable water supplies, sourcing and extractng critcal minerals for green technologies, understanding the subsurface potental for geothermal energy exploitaton, developing safe carbon capture and storage infrastructure and technologies, mitgatng climate change, and influencing government policies by comprehending past climates, modeling potental future outcomes, and understanding climate impacts on the environment, likelihoods, and natural hazards (see Fig. 1).
In this context, the “INGV­Georesource Day” assumes a partcular relevance by putng together geoscientsts with expertse in this sector and creatng a moment of knowledge sharing and discussion.
The day was divided into four thematc sessions: i) Carbon Capture, Usage, and Storage ­ CCUS (abstracts n.1­4), ii) Geothermics (5­9), iii) Fracturing and seismicity (10­13), iv) Government Assignment (14­15). Two additonal presentatons were added, one relatve to natural hydrogen research and the other on water supply in small Italian islands (16­17).
During the day, ongoing projects and completed ones were presented, by passing through the global overview of CCUS and the Italian geothermal potental and then focusing on dedicated projects and specific investgaton approaches such as structural­geological field surveys and geological modeling, survey geophysical methods useful for geothermal exploraton, fluid geochemistry, and numerical geochemical modeling. Potental synergies and useful inputs have been offered by the presentatons focused on the anthropogenic seismicity associated with the exploitaton of georesources, in the framework of the EPOS web­portal. Moreover, in the framework of the ERC­FEAR project (Fault Actvaton and Earthquake Rupture), the role of the fluid injecton at depth and the pore­pressure variatons has been described to beter understand natural and induced/triggered earthquake nucleaton.

2017 – 2022: il contributo dell’INGV alla “Festa di Scienze e Filosofia” di Foligno
V. 76 (2023)

La divulgazione scientifica, o Terza missione, è quell’insieme di attività che impegnano le istituzioni scientifiche, Università o Enti Pubblici di Ricerca, nel portare fuori dai laboratori e dagli ambienti specialistici e riservati agli scienziati, i “fatti”, i metodi e il linguaggio della scienza.
L'Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) la definisce come la “propensione delle strutture all'apertura verso il contesto socioeconomico, esercitato mediante la valorizzazione e il trasferimento delle conoscenze”. Viene chiamata “terza missione” in quanto affianca, per l'appunto, le missioni dell'insegnamento e della ricerca (https://www.anvur.it/attivita/temi/). Sono dunque tre i protagonisti della Terza missione: il tema
scientifico, lo scienziato che deve raccontarlo in modo semplice e il pubblico che di scienza non si occupa, ma è interessato e curioso. Ma per poter fare divulgazione è necessario un quarto attore e cioè colui che medi e faciliti il processo di trasferimento delle informazioni, ovvero chi progetta ed organizza eventi di divulgazione, trovando gli strumenti e le risorse per rendere possibile la comunicazione tra scienziati e grande pubblico. Gli strumenti sono molteplici e, spesso, sono gli addetti alla comunicazione di settore e i media editoriali (riviste, programmi televisivi e, attraverso la rete, il mondo dei portali web) a fornire agli scienziati le occasioni per raggiungere il grande pubblico. Negli ultimi decenni sono nati spazi che, spesso grazie alla buona volontà di pochi volenterosi, permettono non solo la diffusione della scienza, ma anche il dialogo diretto con gli esperti nei vari settori della conoscenza. Sono le manifestazioni a tema scientifico che in modalità anche spettacolare, spesso nei piccoli centri della provincia italiana, rendono possibile il raggiungimento degli scopi previsti dalla Terza missione. I centri della conoscenza e ricerca scientifica quali le Università e gli Enti Pubblici di Ricerca più avveduti, e tra questi l’INGV, si stanno dotando di figure dedite alla comunicazione e alla divulgazione trovandole, in primis, fra i propri ricercatori che volontariamente e con passione si dedicano anche a questa missione.
In questo lavoro è presentata una delle numerose attività di divulgazione scientifica che l’INGV ha realizzato nell’ambito della “Festa di Scienze e Filosofia - Virtute e Canoscenza” di Foligno (PG), che nel seguito chiameremo semplicemente “Festa”. Parlando di Festa non si può non spendere qualche parola sul Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno, nel seguito “Laboratorio” (https://www.labscienze.org/). Si tratta di un polo per la ricerca, la divulgazione e l’innovazione didattica delle discipline scientifiche e sede di aggiornamento e formazione per i docenti delle scuole nazionali di ogni ordine e grado, che mette a disposizione degli studenti della scuola, dall’infanzia fino all’università, i propri laboratori di Fisica, Chimica, Microbiologia, Biologia molecolare, Meteorologia, Matematica e Informatica, nonché il Planetario “Paolo Maffei” e l’Orto botanico di cui dispone (https://www.youtube.com/watch?v=2p_7N2_NiEI). La Festa nasce proprio dalle attività sul territorio del Laboratorio e da un gruppo di appassionati di scienza e tecnologie che, in gran parte volontari, da quasi 30 anni mettono al servizio della città di Foligno e dei comuni umbri (ma non solo), strumenti all’avanguardia per far conoscere ed approfondire le tematiche e i metodi della ricerca scientifica.
La prima edizione della Festa, grazie all’intuizione del gruppo direttivo del Laboratorio guidato dal suo direttore (Prof. Pierluigi Mingarelli), si tenne nel 2011. Il tema generale di quell’edizione fu “Energia, Intelligenza, Macchine”. Negli anni successivi, ogni edizione ha avuto un titolo tematico e un filo rosso che, legando tra loro tutte le conferenze, le attività laboratoriali e qualsiasi evento associato, ha proposto in un’atmosfera, appunto, “festosa” gli strumenti per avvicinare il grande pubblico ai temi della scienza, della filosofia e di tutti i campi del sapere.hanno partecipato come relatori alla Festa, da citare la presenza nel 2023 del Prof.
Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica nel 2021. È stata ed è fondamentale per la riuscita
qualitativa della Festa la continua collaborazione e presenza del mondo accademico e le
partnership scientifiche con i centri istituzionali della ricerca italiana che, in particolare per la XII
edizione del 2023 sono state le Università di Perugia, Camerino, Genova, Macerata e Urbino e
gli Enti Pubblici di Ricerca e le agenzie ed enti quali: CNR, INFN, INAF, ASI, IIT, GSSI, INRiM, ENEA
La seconda parte del nome della Festa è tratto dalla terzina Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza che, citando il canto XXVI dell’Infoltre, tale citazione è un omaggio indiretto alla città di Foligno dove la Divina Commedia venne stampata l’11 Aprile 1472 in 800 copie, nella sua prima edizione “moderna” dal “prototipografo” maguntino Giovanni Numeister insieme ad Evangelista Angelini di Trevi, con la collaborazione dell’orafo folignate Emiliano Orfini (https://www.treccani.it/enciclopedia/angelinievangelista-detto-evangelista-da-foligno_%28Dizionario-Biografico%29/).
Fino ad oggi, le edizioni della Festa “in presenza” sono state 11, fatta eccezione per l’evento saltato nel 2020, compresa l’edizione “telematica” del 2021. In tutti questi anni, decine di ricercatori ed esperti si sono avvicendati per raccontare le loro scoperte, lo stato di avanzamento della conoscenza di numerose discipline scientifiche del pensiero filosofico e dei progressi tecnologici in tutti i campi. La Festa ha registrato la presenza di politici, giornalisti, scrittori, pensatori nonché astronauti e protagonisti dei nostri tempi che hanno proposto le loro interpretazioni della realtà e le domande che sarebbe opportuno porsi per garantire un futuro all’umanità. Tra le numerose
eccellenze che e, ovviamente, INGV.
In questo lavoro sono elencati e descritti sinteticamente i contributi dei ricercatori coinvolti nella realizzazione degli appuntamenti della Festa targati INGV. Per ogni edizione è inserito, anno per anno, il manifesto dell’evento e il programma dove sono elencati tutti i relatori intervenuti e, in particolare, quelli INGV. Dove possibile, è presente un collegamento al canale YouTube della Festa (https://www.youtube.com/c/FestaScienzaFilosofia) con la registrazione delle conferenze INGV. Per quanto riguarda l’edizione del 2022, è presente anche un riferimento al progetto “Geòmia” al quale INGV ha dato un consistente contributo sia per quanto riguarda il numero di ricercatori coinvolti (13) sia per il materiale prodotto (12 schede divulgative sui temi affidati ad INGV) oltre ai video reperibili nel portale www.geomia.it.
Chi ha redatto questo documento si è occupato di selezionare i temi proposti e contattare i relatori INGV, nello sforzo di renderne il più efficace possibile il contributo, in uno spirito di servizio nei confronti della “Festa di Scienza e Filosofia - Virtute e Canoscenza”, del "Laboratorio di Scienze Sperimentali” e della città di Folignerno dantesco, non solo riassume in sé la necessità che spinge l’uomo a superare la sua natura animalesca mediante l’intelligenza, ma sintetizza perfettamente lo spirito finale della Festa [Dante, 1321]. Inoltre, tale citazione è un omaggio indiretto alla città di Foligno dove la Divina Commedia venne stampata l’11 Aprile 1472 in 800 copie, nella sua prima edizione “moderna” dal “prototipografo” maguntino Giovanni Numeister insieme ad Evangelista Angelini di Trevi, con la collaborazione dell’orafo folignate Emiliano Orfini (https://www.treccani.it/enciclopedia/angelinievangelista-detto-evangelista-da-foligno_%28Dizionario-Biografico%29/). Fino ad oggi, le edizioni della Festa “in presenza” sono state 11, fatta eccezione per l’evento saltato nel 2020, compresa l’edizione “telematica” del 2021. In tutti questi anni, decine di ricercatori ed esperti si sono avvicendati per raccontare le loro scoperte, lo stato di avanzamento della conoscenza di numerose discipline scientifiche del pensiero filosofico e dei progressi tecnologici in tutti i campi. La Festa ha registrato la presenza di politici, giornalisti, scrittori, pensatori nonché astronauti e protagonisti dei nostri tempi che hanno proposto le loro interpretazioni della realtà e le domande che sarebbe opportuno porsi per garantire un futuro all’umanità. Tra le numerose eccellenze che hanno partecipato come relatori alla Festa, da citare la presenza nel 2023 del Prof. Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica nel 2021. È stata ed è fondamentale per la riuscita qualitativa della Festa la continua collaborazione e presenza del mondo accademico e le partnership scientifiche con i centri istituzionali della ricerca italiana che, in particolare per la XII edizione del 2023 sono state le Università di Perugia, Camerino, Genova, Macerata e Urbino e gli Enti Pubblici di Ricerca e le agenzie ed enti quali: CNR, INFN, INAF, ASI, IIT, GSSI, INRiM, ENEA e, ovviamente, INGV.
In questo lavoro sono elencati e descritti sinteticamente i contributi dei ricercatori coinvolti nella realizzazione degli appuntamenti della Festa targati INGV. Per ogni edizione è inserito, anno per anno, il manifesto dell’evento e il programma dove sono elencati tutti i relatori intervenuti e, in particolare, quelli INGV. Dove possibile, è presente un collegamento al canale YouTube della Festa (https://www.youtube.com/c/FestaScienzaFilosofia) con la registrazione delle conferenze INGV. Per quanto riguarda l’edizione del 2022, è presente anche un riferimento al progetto “Geòmia” al quale INGV ha dato un consistente contributo sia per quanto riguarda il numero di ricercatori coinvolti (13) sia per il materiale prodotto (12 schede divulgative sui temi affidati ad INGV) oltre ai video reperibili nel portale www.geomia.it. Chi ha redatto questo documento si è occupato di selezionare i temi proposti e contattare i relatori INGV, nello sforzo di renderne il più efficace possibile il contributo, in uno spirito di servizio nei confronti della “Festa di Scienza e Filosofia - Virtute e Canoscenza”, del "Laboratorio di Scienze Sperimentali” e della città di Foligno

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a “Futuro Remoto 2022”. La scienza e il pubblico dopo la pandemia
V. 75 (2023)

Dopo il periodo pandemico legato alla diffusione del COVID­19, personale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) con diverse competenze e proveniente da diverse aree geografiche ha progettato e organizzato la partecipazione dell’Istituto alla XXXVI edizione della manifestazione divulgativa “Futuro Remoto”, che si è svolta a Napoli dal 22 al 27 novembre 2022, finalmente tornata in presenza. Partendo dal tema indicato dagli organizzatori – denominato “Equilibri” – il gruppo di lavoro ha formulato una proposta intitolata “Terra: alla costante ricerca di un equilibrio”. La proposta è articolata in un percorso che parte dall’osservazione dei disequilibri globali che rendono la Terra un pianeta in continuo movimento, fino alle manifestazioni della dinamica terrestre che hanno grande impatto sulla vita dell’uomo come le eruzioni vulcaniche, i terremoti e i cambiamenti climatici. Questi temi sono stati illustrati con plastici, dimostrazioni con strumentazioni scientifiche, exhibit interattivi e video.
Grazie alle attività svolte, i visitatori si sono confrontati con il personale INGV presente, sviluppando riflessioni sulle tematiche proposte. Molto importante per la riuscita interazione tra i ricercatori coinvolti e il pubblico è stato il clima di collaborazione e affiatamento che si è creato grazie a atteggiamenti proattivi, alla professionalità e alle diverse competenze del personale che ha organizzato, realizzato e partecipato all’evento.

Sotto i nostri piedi: i movimenti della Terra ieri e oggi. Un esempio di applicazione cloud-gis per la divulgazione scientifica
V. 74 (2023)

“Sotto i nostri piedi: i movimenti della Terra ieri e oggi” è una applicazione web, basata su tecnologia cloud-gis, che è stata sviluppata per la mostra realizzata dall’INGV per il Festival della Scienza di Genova del 2021. Raccoglie una serie di story maps e di dashboards che raccontano e mostrano i terremoti e i maremoti del passato ma anche la sismicità recente e in tempo reale. Attraverso alcune interfacce interattive questa applicazione consente di lavorare con i visitatori come in un laboratorio online andando a scoprire notizie, immagini, testimonianze, mappe e infografiche sui terremoti e sui maremoti di ieri e di oggi. Il viaggio che propone “Sotto i nostri piedi” è suddiviso in tre tappe: la prima illustra la sismicità degli ultimi 40 anni in Italia a partire dalle mappe tradizionali fino ad arrivare alle mappe interattive e alle dashboards della sismicità in tempo reale. Nella seconda si va alla scoperta della propagazione delle onde sismiche guardando le SHAKEmovie di alcuni degli eventi sismici più importanti registrati negli ultimi anni. Infine, nella terza tappa si viaggia tra i terremoti e i maremoti del passato avvenuti in Italia e nel Mar Mediterraneo e raccontati grazie a due story maps dedicate.

Paperelle di gomma, bottiglie dei naufraghi e marine litter: strani ma utili proxy per lo studio delle correnti marine
V. 73 (2023)

Cosa hanno in comune i cadaveri finiti in mare e le paperelle di gomma? Nulla, si direbbe, ma non è così. Infatti entrambi, come le ben più note “bottiglie del naufrago”, possono servire da “traccianti” per ricostruire quale fosse nel passato l’andamento delle correnti marine in particolari luoghi.
Negli ultimi decenni la quantità e precisione dei sistemi utilizzati per studiare gli spostamenti delle masse d’acqua, sia superficiali sia profondi è aumentata tantissimo. Sistemi come gli ARGO floats [Roemmich et al., 2009], i drifters di diverse tipologie [Niiler et al., 1995; Poulain and Zambianchi, 2007; Poulain et al., 2009; Subbarya et al., 2016; Centurioni, 2018], i gliders [Meyer, 2016] e altri tipi di strumenti di misura sia attivi sia passivi, permettono agli oceanografi di ottenere dati sulla temperatura, la salinità, le correnti e, recentemente, le proprietà biogeochimiche degli oceani, quali per esempio clorofilla, ossigeno, torbidità. Fino al 1960 circa, però, questa strumentazione sofisticata per la misura delle proprietà fisico­chimiche della colonna d’acqua e delle correnti marine, non era disponibile su scala globale. In sua assenza, i cosiddetti proxy, o indicatori indiretti, permettono di ricavare le informazioni necessarie.
Un caso eclatante di uso di proxy è stato reso possibile dello sversamento (gennaio 1992) di un enorme quantitativo di paperelle gialle di gomma nell’Oceano Pacifico (44.7°N, 178.1°E), in seguito alla caduta in mare, e conseguente ribaltamento, di portacontainer provenienti da Hong Kong e diretti a Tacoma, sulla costa occidentale degli USA. Un episodio che è stato descritto da scrittori, giornalisti e oceanografi [Davis, 2004; Carle, 2008; Ebbesmeyer, 2010; Hohn, 2011] e che ­ pur avendo provocato un disastro ambientale con l’immissione di tonnellate di plastica in mare ­ ha permesso però agli oceanografi di studiare l’andamento delle correnti superficiali in diverse zone oceaniche per le quali, all’epoca, non si avevano informazioni sicure, mancando i sistemi di misura dedicati [Ebbesmeyer and Ingraham, 1994; Ebbesmeyer et al., 2007].
Allo stesso modo, in molte zone, soprattutto costiere, le conoscenze locali (dirette o tramandate) dei venti stagionali e delle relative correnti, permettono di stimare la provenienza dei detriti spiaggiati durante le mareggiate, così come dei cadaveri dei naufraghi annegati. Nel caso particolare della zona del Mar Tirreno nord occidentale e Mar Ligure, la presenza di una corrente prevalente diretta verso Nord, la Corrente Ligure/Ligurian Current (d’ora in poi LC) [Astraldi et al., 1990; Picco et al., 2010; Iacono and Napolitano 2020] agisce da “nastro trasportatore”, che trascina per buona parte dell’anno le acque tirreniche delle zone più a Sud della nostra penisola verso il Mar Ligure e fino alle coste francesi [Poulain et al., 2012]. Tale corrente, infatti, sostiene in tutto il Mar Ligure una circolazione ciclonica che coinvolge le acque di origine atlantica (Atlantic Water ­ AW) in superficie e quelle levantine (Levantine Intermediate Water - LIW) a medie profondità. La portata della LC è imponente: può arrivare a circa 1,6 milioni di m3/sec, lo stesso ordine di grandezza della Corrente Atlantica che imbocca lo Stretto di Gibilterra. È un fiume d’acqua, largo circa 20 km e profondo circa 150 m, presente tutto l’anno, sia pure con variazioni di intensità, ed è una delle più importanti zone di upwelling1 [Casella et al., 2011] del Mediterraneo.
Le correnti marine non coinvolgono solamente lo strato superficiale del mare (dove sono tipicamente guidate dall’azione del vento), ma anche gli strati più profondi (dove invece il forzante principale della circolazione è costituito da gradienti di temperatura e salinità), determinando il trasporto di nutrienti, sedimenti, oltre che flussi di sale e di calore.
Ma le correnti da sole non bastano a giustificare e comprendere il comportamento degli oggetti che si spostano sulla superficie del mare. Anche il ruolo dei venti è essenziale: da un lato attuano da forzanti diretti delle correnti; dall’altro agiscono direttamente sugli oggetti trasportati.
A ciò si aggiunge il fatto che, a seconda della sua forma, un oggetto può risentire in maniera più o meno marcata dei diversi fattori fino ad ora descritti. L’estrema complessità del sistema non permette di avere dati certi sulle traiettorie degli oggetti in mare, e quindi neanche sul loro conseguente accumulo in determinate zone. In questo contesto la modellistica numerica oceanografica può costituire un valido strumento per simulare e prevedere lo spostamento di oggetti sulla superficie marina. Inoltre, beneficiando dei dati disponibili, ossia di dati raccolti in situ (per esempio le traiettorie di oggetti rilasciati a mare, ma anche misure di vento e corrente) è possibile, attraverso un processo di calibrazione e validazione, ottenere un modello oceanografico sempre più attendibile.
Oltre all’interesse puramente conoscitivo di illustrare come avvengono lo spostamento e il trasporto di materiale in mare, i modelli oceanografici sono molto importanti anche per poter prevedere la dispersione di eventuali inquinanti in caso di fuoriuscite di greggio da petroliere (oil spill), oppure ribaltamenti di portacontainers, ecc. Un campo di ricerca molto importante è poi quello della identificazione o previsione delle zone di accumulo dei Marine Litter (d’ora in poi ML), ossia dei rifiuti antropogenici (per la maggior parte di plastica) che, una volta immessi nel mare, vengono trasportati dalle correnti e accumulati sia in particolari zone oceaniche sia su gran parte dei litorali di tutti i continenti, le zone polari comprese [Bergmann et al., 2017; Dąbrowska et al., 2021].

Condensatori, proiettili ed altri mostri energofagi
V. 72 (2022)

Questa nota parte da reminiscenze liceali proponendo problemi apparentemente semplici, relativi alla conservazione dell’energia in circuiti elettrici o dispositivi meccanici. Vengono esaminate misteriose (apparentemente) perdite di energia che nascono collegando insieme condensatori o avviando motori, e vengono paragonate a quelle di un pendolo balistico o di un pendolo di Newton. Si esaminano trucchi per il trasferimento di energia senza perdite sia in modelli elettrici che meccanici.
Il risparmio energetico è un tema particolarmente sentito negli esperimenti su pallone stratosferico per l’osservazione della Terra e dello spazio, dove una minor efficienza si traduce in maggior peso e, quindi maggior costo o minore autonomia. L’efficienza energetica nelle osservazioni scientifiche da pallone è il tema che ha portato alla scrittura della nota.
Spero tanto che, nel leggerla, il lettore si diverta almeno quanto mi sono divertito io nello scriverla.

Il Monitoraggio nelle aree vulcaniche campane attraverso un “occhio cartografico”
V. 71 (2022)

La comunicazione non passa solo attraverso le parole. Da oltre 4.000 anni l’uomo si avvale di qualsiasi supporto per memorizzare luoghi e descrivere il territorio che ci circonda attraverso la cartografia. Con lo sviluppo della tecnologia si è passati da mappe disegnate al computer a mappe digitali georeferenziate, fino ad arrivare ai dati condivisi tramite webgis.
L’Osservatorio Vesuviano è la Sezione di Napoli dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, un ente di ricerca che si occupa del monitoraggio delle aree vulcaniche campane attraverso l’utilizzo di diversi tipi di reti (costituite da stazioni fisse e mobili), ognuna delle quali registra differenti parametri.
Per avere memoria e comprendere la distribuzione di queste reti, l’Osservatorio Vesuviano ha provveduto alla costruzione di una banca dati in ambiente GIS in continua evoluzione per gestire i dati geografici.
Questo lavoro presenta la banca dati aperta “moNitoring mAps of camPania voLcanoES” (NAPLES) che mette a disposizione le mappe delle reti di monitoraggio. È possibile accedere a NAPLES e scaricare le mappe desiderate, sia attraverso il sito web dell’Osservatorio Vesuviano che attraverso la banca dati aperta Zenodo.

Monitoraggio elettromagnetico in banda VLF. Una guida introduttiva
V. 68 (2022)

Questo testo vuole essere un’introduzione alle problematiche del monitoraggio elettromagnetico a bassa frequenza, con particolare approfondimento sulla banda VLF. Vengono affrontate tutte le tematiche correlate, dall’analisi storica all’analisi numerica, dalla sismologia alla geotecnica, all’elettronica, all’informatica. L’impostazione è divulgativa e didattica. L’approccio interdisciplinare non porrà al lettore un problema di competenze, anzi l’obiettivo è quello di completare ogni specifico bagaglio culturale. La geofisica è già un argomento in cui convergono percorsi formativi diversi, solitamente di impostazione geologica o fisica. In questo caso, in cui si affronta anche un aspetto tecnico, non è proprio possibile indirizzare una guida a una specifica figura professionale. Per questo motivo, mentre alcuni argomenti risulteranno nuovi, altri inevitabilmente appariranno scontati o forse affrontati superficialmente. La realtà è che ogni tematica, per quanto possibile, è stata affrontata allo stesso livello. All’occorrenza, un’appendice offrirà di volta in volta ulteriori approfondimenti specifici.

La Solfatara di Penna in Teverina (Terni)
V. 67 (2022)

Il presente lavoro descrive l’iniziativa divulgativa svoltasi nel mese di settembre 2021 presso il Comune di Penna in Teverina (TR), nell’ambito del progetto Scienze Together NET, dal titolo: “Alla scoperta della Solfatara di Penna in Teverina”. L’iniziativa ha visto la partecipazione di ricercatori e tecnici dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), del Comune di Penna in Teverina, del Museo dell’Energia di Ripi e del Sistema Museale Resina, la rete tematica della Regione Lazio dedicata ai musei scientifico-naturalistici del territorio.
Nel lavoro vengono delineate le varie fasi del progetto a partire dall’ideazione, alla realizzazione dei prodotti e all’organizzazione delle giornate divulgative.
Il successo dell’iniziativa, che ha visto la partecipazione di ragazzi e studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, nonché di molti cittadini, è testimoniato dalle fotografie a corredo del testo e dalla eco mediatica online riportata nel lavoro. Insomma, una bella storia dell’incontro tra istituzioni, scienza e società.

RIMBALZI
V. 66 (2022)

Il testo propone un percorso sul tema del terremoto procedendo per rimbalzi, partendo da immagini, contesti, situazioni che illustrano nel corso del tempo ed in varie situazioni il comune sentire a riguardo del terremoto, il modo in cui si è cercato di spiegare il fenomeno, la spiritualità a cui siamo ricorsi per proteggerci, come l’arte lo ha rappresentato ed utilizzato fino a come l’animo umano lo ha percepito in vari momenti e luoghi della nostra storia. Chiaramente non sarà un testo esaustivo e procederà per rimbalzi, saltando molti passaggi e molte cose che il terremoto lega e può evocare. Il riempiere i vuoti potrà essere lasciato al lettore qualora incuriosito da alcuni temi ne voglia scandagliare altri legati a questo tema. Non si tratta chiaramente di un testo scientifico, di una ricerca sì, di un viaggio attraverso situazioni, immagini che coinvolgono il nostro pensiero quando rimbalza attorno al tema del terremoto.

Elenco delle specie minerali del “Somma-Vesuvio”
V. 65 (2022)

Il complesso del Somma-Vesuvio, per la sua estensione areale, è certamente una delle località più ricche al mondo di specie mineralogiche. Si tratta di uno strato vulcano che nel corso del tempo con le sue eruzioni ha costruito l’edificio che ora conosciamo, alternando periodi di attività esplosiva a periodi di emissioni di lava. Proprio a questi tipi di attività è dovuta la varietà di specie mineralogiche presenti. Gli eventi esplosivi hanno permesso di portare in luce blocchi del condotto strappati dal magma durante la risalita dalla camera magmatica alla superficie, gli eventi effusivi invece sono caratterizzati da minerali di formazione pneumatolitica idrotermale dovuti al raffreddamento della lava. Un notevole contributo è anche dovuto all’attività delle fumarole che nel tempo hanno depositato specie spesso rarissime. Questo elenco prende in considerazione le 286 specie fino ad oggi riconosciute, più numerose note a commento.

2001 - 2021: Vent’anni di ricerche sulle “Ciampate del diavolo”. Dalla leggenda alla realtà scientifica
V. 64 (2022)

Questo volume contiene il resoconto di vent’anni di ricerche scientifiche, di indagini e di studi sul sito con impronte umane fossili mediopleistoceniche, conosciuto come sito paleontologico delle “Ciampate del diavolo”, ubicato sulle pendici nordorientali del vulcano Roccamonfina, nella localit  Foresta del Comune di Tora e Piccilli (Italia centromeridionale). Le orme fossili umane e animali datate radiometricamente a 349 3 ka B.P. sono qui descritte nei minimi dettagli e contestualizzate nel panorama icnologico mondiale.
Oltre alle immagini, viene anche fornito un dataset dimensionale di tutte le orme umane rilevate e studiate e del sentiero preistorico, finora pi  antico del mondo, dal quale molte di esse si diramano coordinandosi in piste.
La trattazione   arricchita con discussioni metodologiche che fanno il punto sullo stato dell’arte della ricerca icnologica.
Infine, anche le emergenze storico-archeologiche e quelle antropologico-culturali sono prese in considerazione, fornendo un quadro completo ed esaustivo di uno degli icnositi umani più antichi e importanti del mondo e del suo intorno territoriale.

L'avvisatore sismico di padre Atto Maccioni. I documenti di una scoperta dimenticata
V. 63 (2021)

Presentiamo la trascrizione commentata di tre rari articoli pubblicati nel 19091910 da padre Atto Maccioni o.f.m., uno dei meno noti tra i tanti ecclesiastici che si sono occupati di sismologia dal XVIII secolo in poi. Maccioni, che dal 1908 al 1926 gestì un osservatorio sismico presso il convento senese dell’Osservanza, aveva ideato l’Avvisatore, un dispositivo munito di un coherer diverso da quelli radiotelegrafici e destinato a rilevare segnali radio naturali associati ai terremoti. Dai pochi risultati disponibili sembra che lo studioso abbia avuto dei riscontri positivi ma l’aspetto più interessante della vicenda è che finora si era creduto che ricerche di questo tipo fossero iniziate solo molto di recente [Warwick, 1982]. Invece Maccioni potrebbe essere stato il primo al mondo a studiare, più di un secolo fa, un ipotetico precursore elettromagnetico.

GioGas: un Videogioco per la divulgazione e l'apprendimento della Pericolosità dei Gas Vulcanici
V. 62 (2021)

In aree di vulcanismo attivo e recente, oltre all’emissione di vapore e gas dai crateri centrali, si possono verificare emissioni di gas dal suolo che vengono rilasciati in modo diffuso o in mofete, o ancora che si disciolgono in acquiferi superficiali. Generalmente il gas più abbondante (fino al 99 vol.%) è l’anidride carbonica (CO2), ma in alcuni casi può essere anche il metano (CH4). La CO2 è un gas incolore e inodore che tende ad accumularsi in depressioni o scantinati dove ristagna in assenza di vento. Respirare aria con una concentrazione di anidride carbonica maggiore di 8 vol.% può condurre all’incoscienza o alla morte. Un esempio di quello che potrebbe
accadere, anche se si tratta di un caso estremo, è rappresentato dal tragico evento avvenuto presso il lago Nyos in Camerun (un lago ospitato in un cratere vulcanico). Durante la notte del 21 agosto 1986 le acque del lago, sature di CO2, si rovesciarono improvvisamente e per decompressione si liberò una enorme quantità di gas che scese lungo i fianchi del cratere fino a raggiungere la valle sottostante dove vi era un villaggio. La nube di CO2, silenziosa e inodore, colse nel sonno gli abitanti e uccise circa 1700 persone e circa 3000 capi di bestiame [Barberi et al., 1986]. Numerosi incidenti dovuti all’inalazione di gas vulcanici sono avvenuti in varie altre parti del mondo, in particolare in Italia, Giappone, Nuova Zelanda [Hansell and Oppenheimer, 2004; Durand and Wilson, 2005] e nelle Isole Azzorre (Portogallo) [Viveiros et al., 2015]. Anche in Italia, purtroppo sono avvenuti diversi incidenti letali dovuti ad inalazione di CO2; si ricorda ad esempio che alla fine degli anni ’80 due bambini persero la vita nell’isola di Vulcano [Baubron et al., 1990] e ancora nel complesso vulcanico dei Colli Albani due uomini persero la vita, il primo a Cava dei Selci (frazione di Marino) nel 2000 e il secondo a Lavinio nel 2011 [Carapezza et al., 2003; Barberi et al., 2019]. Sempre in provincia di Roma, numerosi casi di intossicazione da CO2, che hanno altresì comportato l’evacuazione temporanea di alcune abitazioni, sono avvenuti per blowout (emissione incontrollata) di gas da pozzi d’acqua [Barberi et al., 2007; Carapezza et al., 2020]. La Campania ospita due dei vulcani quiescenti considerati tra i più pericolosi al mondo proprio per l’alta densità di popolazione che vive nelle zone esposte al pericolo: il Vesuvio e i Campi Flegrei. Anche in queste aree vulcaniche si hanno emissioni di gas endogeni e falde d’acqua ricche in CO2 e in caso di riattivazione del vulcano c’è da aspettarsi anche un forte incremento del rilascio del gas endogeno [Barberi et al., 2005]. Al fine di far conoscere tale problematica alla popolazione, si è ritenuto opportuno di agire sui ragazzi e di farlo in modo stimolante e divertente attraverso un Videogioco che catturi la loro attenzione in modo da portarli a scoprire le soluzioni più adeguate da adottare per individuare/evitare/gestire i pericoli legati a quello che spesso viene definito anche “carburante delle eruzioni”, i gas vulcanici. Le attività che hanno portato alla realizzazione di questo lavoro (e nello specifico del videogioco) sono state svolte nell’ambito del Progetto Europeo RESPIRE – Radon rEal time monitoring System and proactive Indoor Remediation (LIFE16ENV/IT/000553) e con la collaborazione di un Tirocinante del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ed Elettrica e Matematica Applicata
dell’Università degli Studi di Salerno. Il lavoro è stato descritto e sintetizzato in questo Report attraverso varie sezioni. La prima in cui si descrive la problematica dei Gas Vulcanici e della loro pericolosità; l’importanza e i vantaggi derivati dall’utilizzo di un videogioco come strumento di apprendimento; l’obiettivo che il videogioco si prefigge di raggiungere. Una seconda sezione in cui, in prima istanza, si evidenzia l’importanza di sviluppare un videogioco a partire da un Motore Grafico che consente di tralasciare i dettagli hardware e software di basso livello e di concentrarsi maggiormente sull’interattività e sulle regole del gioco, e in seconda istanza si descrivono le caratteristiche principali del motore grafico alla base del gioco (RPG Maker MV).Una terza sezione in cui viene presentato il videogioco sviluppato denominato “GioGas”; nello specifico, la sua trama, l’interfaccia grafica che lo caratterizza e alcuni sui dettagli implementativi. Infine, una sezione in cui vengono descritti gli sviluppi futuri come ad esempio la divulgazione presso le scuole e in occasione di eventi, l’implementazione di una versione multiplayer del gioco al fine di aggiungere ulteriori elementi di stimolo e di coinvolgimento per lo studente.

La “mineralogia vesuviana” di Antonio Parascandola
V. 61 (2021)

Qualche anno fa è uscito il colossale lavoro rimasto in sospeso da circa quarant’anni, di Giovan Battista Alfano e Antonio Parascandola “Il Vesuvio e le sue Eruzioni”, tratto dagli appunti lasciati dagli Autori, curato da Corrado Buondonno con il commento di Giuseppe Luongo, e stampato nel 2015 dalle Edizioni DoppiaVoce di Napoli. Un volume di ben 462 pagine. Un libro che rispecchia il lungo lavoro dei due eminenti studiosi: Giovan Battista Alfano, scomparso nel 1955, e Antonio Parascandola, scomparso nel 1977. L’opera era rimasta in un cassetto fino a che Corrado Buondonno decise che era venuto il momento di darla alle stampe, con timore che un simile lavoro andasse nel tempo perduto.

Laboratorio Vulcani di Carta. Guida allo svolgimento del laboratorio nell’ambito di eventi rivolti al pubblico per il “Settore Comunicazione e Divulgazione Scientifica dell’INGV”
V. 60 (2021)

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), con la sua Terza missione, è impegnato da sempre nell’attività di divulgazione e comunicazione scientifica come strumento per aumentare la consapevolezza dei rischi naturali da parte dei cittadini e degli studenti. Queste attività hanno avuto luogo in eventi come il Festival della Scienza di Genova, la Notte europea dei Ricercatori e Scienza Aperta. Quest’ultima è promossa dal Laboratorio di didattica e divulgazione scientifica dell’INGV con lo scopo di aprire le porte dell’istituto ai cittadini, offrendo loro percorsi divulgativi, visite guidate ai laboratori, conferenze tematiche ed attività per bambini.
L’INGV ha partecipato anche a due eventi di divulgazione scientifica: l’European City of Science 2016 e l’Into the Blue Showcase (2529 Ottobre 2016), tenutisi rispettivamente all’università ed all’aeroporto di Manchester. In quest’occasione l’INGV e l’Università di Manchester hanno collaborato per la creazione di una scena da colorare incentrata sulla tematica degli incendi delle peatland (torbe) inglesi e dedicata prevalentemente ad una fascia di età prescolare. Le attività di divulgazione scientifica con i bambini, generalmente sono rivolte alle fasce di età scolare (per l’Italia: Scuola Primaria), mentre quella prescolare (per l’Italia: Scuola dell’Infanzia) è poco rappresentata non solo in Italia, ma anche a livello mondiale.
Le esperienze condotte all’estero sono state successivamente ampliate ed inserite in un contesto nazionale, focalizzando le attività sui rischi naturali. Il primo test risale a Settembre 2016 presso il Museo di Rocca di Papa, in occasione della Notte Europea dei Ricercatori, con lo scopo di introdurre il concetto di vulcano ad un pubblico di bambini.
In seguito ai riscontri positivi ricevuti, il laboratorio “Vulcani di Carta” (figura 1b) è stato inserito nel quadro di un più ampio progetto educativo su vulcani e terremoti che ha visto coinvolte 5 classi della Scuola dell’Infanzia (bambini di età 36 anni), 8 insegnanti, 5 ricercatori e 1 tecnico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia [Di Nezza et al., 2018], svoltosi nel 2017.
Il 2018 è stato dedicato ad approfondire i modelli didattici e pedagogici che vengono seguiti a livello nazionale [Calvani e Menichetti, 2016], ed internazionale [Ginnis, 2002] per validare ed ampliare il modello di laboratorio che nella formula qui proposta è stato testato recentemente durante Scienza Aperta Maggio 2018, durante La notte europea dei ricercatori Settembre 2018 e nell’ambito della giornata “Terremoti tra memoria e prevenzione” 20 Gennaio 2019, presso la sede di Roma.
L’esperienza ottenuta in questi ultimi 3 anni, positivamente supportata dai commenti ricevuti da bambini ed adulti, è stata tradotta in Guida allo svolgimento del “Laboratorio dei Vulcani di Carta” per eventi dedicati al pubblico (presentata nel paragrafo 2).

Percorsi di Alternanza Scuola Lavoro all’INGV
V. 58 (2021)

Questo volume speciale raccoglie alcune delle esperienze svolte con gli studenti dai ricercatori e tecnici dell’INGV nel corso dei tre anni in cui il programma di Alternanza Scuola Lavoro (ASL) propriamente detto è stato attivo. L’idea di questa raccolta è nata in occasione dell’incontro Dai Percorsi ASL ai PCTO, svolto ad ottobre 2019 tra i colleghi INGV che hanno proposto, partecipato e realizzato progetti ASL con le scuole. L’incontro ha rappresentato un importante momento di condivisione e di analisi delle molte e diversificate esperienze, anche nella prospettiva futura di programmazione delle collaborazioni, attuate in seguito alla rimodulazione dell’ASL con l’introduzione dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO).
I lavori qui presentati illustrano solo alcune delle esperienze ASL INGV e si aggiungono a molte altre testimonianze che negli anni sono già state oggetto di pubblicazione. Queste esperienze ci raccontano di progetti che spaziano su temi, progettazioni e modalità di svolgimento molto ampi, a testimonianza della ricchezza scientifica e progettuale messa in campo dal personale INGV in collaborazione con i tutor interni e con i ragazzi e le ragazze partecipanti. In generale, tutti i progetti presentati descrivono percorsi che hanno coinvolto gli studenti sia con metodologie formative tradizionali sia attraverso metodi più sperimentali, mettendo particolare attenzione all’integrazione dei percorsi con attività pratiche.
Nel primo contributo di questa raccolta, l’Alternanza Scuola Lavoro (ASL) all’INGV 2015 – 2018: numeri, analisi e sugli studenti, presento una sintesi di tutta l’esperienza ASL INGV e un’analisi quantitativa dell’impatto e gradimento dell’esperienza, basata su questionari compilati dagli studenti partecipanti. Una prima parte dei contributi che seguono descrive esperienze che hanno coinvolto gli studenti in attività di laboratorio, lavoro sul terreno ed elaborazione dati. Gasparini, Radon un pericolo nascosto, presenta il progetto di monitoraggio outdoor e indoor di gas, in particolare il Radon, che ha condotto i ragazzi ad essere introdotti e coinvolti nell’attività di ricerca geochimica sul territorio della città di Roma. Winkler et al., Esperienze di Alternanza Scuola Lavoro sul magnetismo delle polveri sottili da inquinamento atmosferico, anche con il contributo diretto degli studenti, descrivono lo svolgimento del progetto che ha avuto come tema scientifico l’utilizzo di metodi magnetici innovativi applicati allo studio dell’inquinamento atmosferico. Nel testo presentato da Locritani et al., Il laboratorio ritrovato, sono gli strumenti stessi ad essere protagonisti, attraverso il progetto di recupero, restauro e messa in funzione di strumenti di laboratorio di fisica appartenenti alla scuola e resi, in parte, visibili e fruibili a tutti.
Amici et al., Vero o falso? Validare gli eventi ad alta temperatura riconosciuti da un sistema di telerilevamento dallo spazio, riassume lo sviluppo del progetto con la collaborazione delle studentesse che hanno partecipato. Il progetto ha avuto come argomento scientifico il telerilevamento, in particolare il sistema per l’identificazione di fenomeni ad alta temperatura dallo spazio e la localizzazione di incendi con utilizzo di tecniche satellitari.
Cianetti et al., Studiare i terremoti con un sismografo educativo, hanno proposto agli studenti un approccio sperimentale alla sismologia tramite la costruzione di un sismometro orizzontale, oltre a fornire le competenze necessarie per analizzare i segnali ed interpretarli.
Stefanelli et al. “Geofisica in action” 2020: teoria, pratica e gioco sulla gravimetria, descrivono un percorso formativo collaudato in molti anni di attività, anche precedente all’introduzione dell’ASL, che affronta e approfondisce lo studio delle variazioni locali del campo gravimetrico terrestre, collegandosi alla didattica ordinaria.
Nel progetto descritto da Locritani et al., Nautici in blu, l’obiettivo è stato quello di avvicinare gli studenti alle professioni legate al mare, mirando anche ad accrescere la consapevolezza ambientale, sensibilizzando le nuove generazioni sull’importanza vitale che questa risorsa rappresenta.
Un approccio ambientale è anche quello del progetto descritto da Cangemi et al., Analisi quali-quantitativa delle precipitazioni atmosferiche a Palermo nello scenario attuale della qualità ambientale urbana e del cambiamento del clima, dove oltre alle conoscenze teorico-pratiche necessarie per effettuare una valutazione delle caratteristiche fisico-chimiche degli eventi piovosi, agli studenti è stato anche richiesto di metterle in relazione con gli scenari di cambiamento del clima. La Longa et al., Il rischio sismico, le scienze polari e gli strumenti per la divulgazione scientifica nei progetti di alternanza scuola lavoro all’INGV dal 2015 al 2019, descrivono il lavoro di ASL realizzato da un gruppo di ricercatori INGV con competenze in diversi ambiti disciplinari (sismologia, geologia, vulcanologia, fisica dell’atmosfera, psicologia), descrivendo progetti svolti negli anni e dedicati al rischio sismico, alle scienze polari e agli strumenti per la divulgazione scientifica.
Progetti particolarmente dedicati alla sensibilizzazione sui temi ambientali, con anche aspetti legati alla comunicazione e divulgazione scientifica, sono quelli presentati in Lanza e D’Addezio, La scienza, le favole e il racconto: primo approccio alla scrittura creativa negli studenti di scuola secondaria attraverso i progetti di Alternanza Scuola Lavoro 2017-2018, un progetto che si propone di utilizzare la geo-mitologia a fini educativi e di comunicazione, e in Di Nezza e De Santis, L’esperienza dei progetti di Alternanza Scuola-Lavoro (2015-2018): didattica sperimentale e lavoro creativo, in cui l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi sui rischi geologici nel territorio di residenza è stato realizzato anche attraverso laboratori di comunicazione sperimentale e il coinvolgimento dei partecipanti nello sviluppo di giochi scientifici formativi per ragazzi tra i 10 e 14 anni.
Infine, Riposati e D’Addezio, I progetti ASL di Scienza e Graphic design: un approccio globale alla diffusione della conoscenza delle Scienze della Terra, attraverso l’uso dell’immagine e osservazione della realtà, descrivono l’esperienza di un progetto originale tra scienza e arte visiva, pensato per far acquisire strumenti fondamentali per avvicinarsi ai concetti base del graphic design per il mondo dell’editoria e delle sue applicazioni nella realtà quotidiana.
Le esperienze presentate ci incoraggiano a continuare la collaborazione con gli studenti e le scuole, nella consapevolezza che esse rappresentino non solo un’occasione di arricchimento di competenze e conoscenze scientifiche ma che rivestano anche un ruolo fondamentale in ambito relazionale.
Nel corso del 2020, a causa dell’emergenza sanitaria per il COVID19, tutte le attività di PCTO sono state sospese ma riprenderanno appena possibile, puntando sempre più ad approfondire dialogo e condivisione oltre che a migliorare la qualità dei contenuti e degli strumenti utilizzati.

Progetto “Sale Operative Integrate e Reti di monitoraggio del futuro: l’INGV 2.0”. Report finale
V. 57 (2020)

Il progetto “Sale Operative Integrate e Rete di monitoraggio futuro” (indicato nel volume come “S.O.I.R. monitoraggio futuro”) è finalizzato alla integrazione del sistema di monitoraggio sismico, vulcanico e di allerta tsunami che all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Centro di Competenza del Sistema Nazionale di Protezione Civile, viene svolto presso le Sale Operative dell’Osservatorio Nazionale Terremoti (ONT) di Roma, dell’Osservatorio Vesuviano (OV) di Napoli e dell’Osservatorio Etneo (OE) di Catania.
Il progetto, finanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR) attraverso il Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca (FISR) con un co-finanziamento INGV, è stato approvato alla fine del 2017 ricevendo diverse proroghe, l'ultima delle quali, a causa dell’emergenza sanitaria COVID-19, ha portato la sua durata fino al 31 dicembre dello stesso 2020.
In questi anni, una migliore integrazione tra le tre Sale Operative di Roma, di Napoli e di Catania è stato indubbiamente il risultato più ambizioso perseguito e raggiunto dal progetto; numerosi altri obiettivi tecnici e scientifici hanno coinvolto, tecnici, tecnologi, ricercatori e personale amministrativo di tutte le sezioni dell’INGV.
A tutti i partecipanti al progetto va il più sentito ringraziamento per l’impegno e l’interesse mostrato, per la professionalità e serietà che hanno consentito, nonostante i tanti imprevisti, di portare a termine molti degli obiettivi prefissati.
Un sincero grazie anche al Presidente INGV Prof. Carlo Doglioni e alla Dott.ssa Maria Siclari, Direttrice Generale dell’INGV, che ci ha sostenuti sin dall’inizio di questo viaggio e che il 15 giugno 2020 ha lasciato l’INGV per ricoprire il prestigioso incarico di Vice Capo del Dipartimento della Protezione Civile.
L’idea di questa Miscellanea nasce a gennaio 2020 prima che l’emergenza sanitaria COVID-19, diventasse una pandemia mondiale, stravolgendo le dinamiche personali e lavorative di tutti noi. A giugno 2020 era previsto il meeting finale del progetto che non potendo essere svolto, fa diventare questo Miscellanea ancora più significativo. Questo volume sostituisce di fatto la riunione finale che ci avrebbe consentito la presentazione e la condivisione di tutti i risultati raggiunti. Ci teniamo quindi a ringraziare gli autori e i revisori che hanno contribuito al presente volume e tutta la segreteria del CEN.

Gli enti di ricerca e la protezione dei dati personali: una introduzione al GDPR
V. 56 (2020)

Da una ricerca sulla privacy [Kaspersky, 2020] è emerso che il 69% degli italiani è preoccupato per la propria privacy e ha dichiarato per questo motivo di aver provato a cancellare le proprie informazioni private dai siti web o dai social media. A tal riguardo, prosegue il report, che il 50% degli utenti italiani non ha saputo come fare e che il 12%, sempre degli utenti italiani, ha raccontato che i propri dati personali o le informazioni sulla propria famiglia sono diventati di dominio pubblico senza il loro consenso.
La fase di smart working, inoltre, ha portato un ravvivato interesse nei riguardi della disciplina della privacy. Sono infatti arrivate molte più richieste di chiarimenti ai Responsabili della Protezione dei Dati (o come si usa più spesso, in inglese, DPO: Data Protection Officer) in merito ad operazioni di trattamento di dati personali ed alla loro legittimità. Un vademecum minimo può dunque tornare utile a decodificare alcune informazioni che ci riguardano.
La normativa è articolata ed unica ma, nel dettaglio, ogni ente o azienda ha delle particolarità che portano ad accentuare alcuni punti rispetto ad altri: un ente di ricerca (d’ora in poi EPR) e una azienda sanitaria possono avere differenti sensibilità al riguardo.
Lo scopo di questo lavoro è duplice: fornire da un lato le regole del gioco della cosiddetta privacy, le quali si trovano principalmente nel recente GDPR1 [GDPR, 2016], così da iniziare a giocare una partita che riguarda tutti, non solo dentro l’ente ma pure nella società come cittadini e, dall’altro informare e formare ufficialmente i dipendenti dell’ente come richiesto con precisione dal più ampio obbligo previsto dall’articolo 32 del GDPR perché, come recita, chiunque: “abbia accesso a dati personali non tratti tali dati se non è istruito”. La formazione aziendale in ambito privacy è necessaria per rendere sia i soggetti autorizzati che gli incaricati consapevoli dei trattamenti di dati personali che svolgono quotidianamente e anche per limitare i rischi di sanzioni. Come si vedrà, sono davvero pochi i casi in cui si sfugge dal ricoprire un ruolo nella filiera della privacy. Prima o poi si gioca un ruolo nel “trattamento dei dati personali”: non bisogna essere necessariamente in una amministrazione o in una segreteria per trattare dati personali, si può anche partecipare alla gestione di un progetto per giocare la partita. Già nell’introduzione, senza averci fatto caso, sono stati usati dei termini che hanno una valenza normativa, non solo nel linguaggio ordinario. Alla fine del lavoro sarà più chiaro che col GDPR si è dato avvio ad una vera propria nuova prassi cui conformarsi a livello europeo.
L’app IMMUNI è un tema caldo al tempo del Covid19: viola o meno la privacy del cittadino? Chi crede che la privacy in situazioni di emergenza diventi un dettaglio trascurabile o un’inutile perdita di tempo, ha una concezione della riservatezza ancora “burocratica” ed un po’ datata, tipica dell’OttocentoNovecento.
La privacy non è un insieme di formalismi e norme strumentali che frenano lo sviluppo digitale della società. Seguendo le attuali normative, come si vedrà, è possibile fare (quasi) tutto a “norma di legge” senza pensare a inutili violazioni o intromissioni nella vita privata. Sull’app il Garante Privacy si è pronunciato affermando che il “sistema di contact tracing prefigurato non appare in contrasto con i principi di protezione dei dati personali” [Garante, 2020] ma bisogna seguire le norme che stiamo per approfondire.
Anche l’atto di prendere la temperatura all’ingresso del luogo di lavoro diventa lecito solo se si seguono le regole del gioco (che vanno conosciute ed applicate: prendere la misura anche se solo di temperatura, può costituire un trattamento di dati personali illecito e pertanto sanzionabile).

Escape Volcano: un nuovo gioco geo-scientifico
V. 55 (2020)

Escape Volcano è un nuovo gioco scientifico che, attraverso un percorso fatto di caselle, permette ai ragazzi di interrogarsi e apprendere le tematiche relative alle Scienze della Terra e ai rischi ad essa connessi. Il gioco nasce dall’idea dei ricercatori dell’INGV della sede di Roma che lo hanno progettato, in stretta collaborazione con degli studenti di due classi terze del Liceo Scientifico “Primo Levi” di Roma, nell’ambito del progetto di Alternanza Scuola Lavoro (di seguito ASL) “Vita da Ricercatore”; questo gioco di società a carattere didatticoludico affronta, come tematiche principali, le conoscenze base dei vulcani e dei terremoti fornendo spunti per la mitigazione dei rischi ad essi associati per la salvaguardia dell’ambiente. Verranno illustrate le diverse fasi che hanno portato a trasformare l’idea in progetto nonché la realizzazione del “Prototipo 00”, effettuata nei laboratori dell’ente. Durante la fase progettuale, il gioco era stato pensato per i ragazzi della scuola secondaria di I grado. I risultati ottenuti dai test effettuati per un anno in diverse manifestazioni scientifiche, dove appunto hanno potuto giocare ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, hanno dato degli ottimi spunti, nel contenuto scientifico e nelle regole, per renderlo fruibile a giocatori di ogni età nonché ai ragazzi affetti da diverse tipologie di disabilità e soggetti a particolari attenzioni.

L’INGV a “L’Isola di Einstein” (Lago Trasimeno): giocando con la scienza
V. 54 (2020)

“L’Isola di Einstein” è un festival internazionale di spettacoli scientifici unico in Europa. I protagonisti in scena sono esperimenti, fenomeni naturali e storie di scienza che divertono, incuriosiscono e appassionano. A presentarli sono abili artisti, divulgatori, scienziati e storytellers internazionali che sanno affascinare il pubblico e condividere la passione per la scoperta. L’INGV ha contribuito a questo evento presentando laboratori e giochi di sismologia e vulcanologia rivolti a tutte le fasce di età.