Il tempo lo misuriamo, lo usiamo, lo viviamo e lo vediamo scorrere quotidianamente guardando le lancette dell’orologio; eppure è uno dei misteri più grandi della scienza, che fa risalire la sua nascita al Big Bang, momento in cui stabiliamo l’inizio dell’universo conosciuto. Nei millenni l’uomo ha costruito strumenti per poter misurare il tempo con precisione sempre più elevata, siamo passati dall’alternanza giorno notte agli orologi atomici. Tutta la ricerca scientifica si basa sullo studio di fenomeni e della loro evoluzione nel tempo. Fu Galileo Galilei che nel 1583 studiò per primo il moto regolare dell’oscillazione di un pendolo, giungendo alla formulazione del principio dell’isocronismo delle piccole oscillazioni. Christiaan Huygens, nel 1656, sfruttando gli studi di Galileo, costruì il primo orologio a pendolo e ideò il meccanismo dello scappamento ad ancora, tramite il quale convertì il moto oscillatorio periodico dell’asta nel moto rotatorio delle ruote dentate. Il meccanismo a scappamento ad ancora è mostrato nella Figura 1. Da quel momento in poi gli orologi a pendolo avrebbero avuto una grande diffusione fino ai giorni nostri. Anche gli osservatori geofisici necessitavano, ovviamente, di un riferimento temporale e l’utilizzo di orologi sincronizzatori con o senza pendolo era comune. In questa relazione si vuole descrivere il restauro del pendolo sincronizzatore della prima stazione sismica aquilana. Questo pendolo, realizzato a mano da artigiani di Pesariis (UD), fu utilizzato per pochi decenni e poi sostituito dai nuovi orologi meccanici più precisi e rimase dimenticato nei sotterranei del Castello Cinquecentesco, sede storica dell’INGV dell’Aquila, fino al 2015 anno in cui è cominciato il suo restauro, per il suo interesse storico, che lo ha portato a nuova vita.

Published: 2021-03-26

Il pendolo sincronizzatore dell'Osservatorio dell'Aquila

Manuele Di Persio, Cesidio Gizzi, Luciana Macera, Cataldo Saracino (Author)

16