WP2 Rete Multiparametrica - Stazioni multiparametriche di competenza dell'Osservatorio Etneo

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Sergio Di Prima
Paolo Rosario Maria Rossi
Salvatore Alparone

Abstract

A causa della peculiare complessità del contesto geologico in cui ricade e della geodinamica associata, il settore orientale della Sicilia è considerato una delle aree a più alto rischio sismico del territorio nazionale italiano. Inoltre, ospitando al suo interno i due vulcani più attivi d’Europa, esso risulta caratterizzato da un’elevata dinamicità di corpi magmatici e da continue attività eruttive. Questo settore è attraversato da importanti e attivi lineamenti strutturali, in alcune porzioni a carattere litosferico, che bordano la costa ionica del siracusano e del catanese, varcano il confine occidentale dei Monti Peloritani e raggiungono l’arcipelago eoliano. Altri importanti elementi tettonici caratterizzati da significativa dinamicità hanno sede in Sicilia orientale nell’area dello Stretto di Messina e nel plateaux ibleo. La vivace attività sismotettonica e vulcanica della Sicilia orientale è registrata da un consistente ed efficiente sistema di monitoraggio strumentale, attualmente costituito dalle reti sismiche, infrasoniche, geodetiche (GPS, tiltmetrica, dilatometrica, estensimetrica), gravimetriche, magnetometriche e geochimiche gestite dall’Osservatorio Etneo (OE). Tali reti consentono di avere una visione multidisciplinare dei fenomeni osservati, costituendo sovente, di fatto, una rete multiparametrica. Alcune stazioni sono, infatti, già realizzate come stazioni multi sensore, disponendo, nella gran parte dei siti, oltre che del sensore sismico velocimetrico anche di quello accelerometrico e del ricevitore geodetico GPS.
Nell’ambito del WP2 del progetto “S.O.I.R. monitoraggio futuro” [Rao et al., 2018; 2020] sono state ottimizzate e potenziate sotto l’aspetto tecnologico e strumentale 6 stazioni multiparametriche, geometricamente distribuite sul territorio in maniera all’incirca omogenea (Figura 1), a copertura delle aree vulcaniche attive (3 stazioni), dell’area peloritana (1 stazione) e dell’area iblea (2 stazioni). L’adeguata copertura territoriale, l’affidabilità continua e la ridondanza degli apparati (tecnologicamente robusti), la potenziale tempestività nella manutenzione, l’accuratezza e la qualità dei dati rilevati di questa “sottorete” hanno rappresentato, pertanto, gli obiettivi del lavoro svolto e qualificano le attuali caratteristiche di cui l’infrastruttura è dotata. Il mantenimento della sua efficienza e la sua compartecipazione nell’ambito di una rete multiparametrica nazionale fiduciaria integrata garantiranno nel futuro il monitoraggio e la sorveglianza delle aree più a rischio della Sicilia e di tutto il territorio nazionale.

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