Osservazioni sui meccanismi di locomozione dell’autore della Pista A delle “Ciampate del diavolo”

Contenuto principale dell'articolo

Alessandro Mondanaro
Adolfo Panarello
Maria Modafferi
Marina Melchionna
Carmela Serio
Francesco Carotenuto
Stefano Tavani
Paolo Mietto
Pasquale Raia

Abstract

Il sito di Roccamonfina, famoso in tutto il mondo, rappresenta una delle pochissime opportunità per indagare sull'evoluzione della locomozione bipede degli uomini del Pleistocene medio. Il sito comprende almeno 80 impronte umane finemente conservate in posizione anatomica, coordinate in quattro piste. Si è applicato un modello biomeccanico per verificare se gli individui del Roccamonfina minimizzavano il dispendio energetico durante la locomozione, muovendosi in discesa lungo un percorso obliquo che tagliava il pendio per evitare la pendenza più ripida. In linea con la modellazione biomeccanica, si è trovato che gli esseri umani del Roccamonfina hanno regolato la loro strategia d’andatura in funzione del gradiente del pendio in modo efficace dal punto di vista del costo energetico. Inoltre, l'applicazione del modello ha permesso di stimare la statura e la massa corporea di un individuo particolare. I risultati rientrano perfettamente nella variabilità degli ominini eurasiatici del Pleistocene medio.

Dettagli dell'articolo

Sezione
Articoli